prima
pe' ricordasse che l'Omo more
e
poi pe' vede si se sente er controcanto
de
chi, la vita, se la campa, senza core.
Smanie
e vizzi resteno de fòri,
i
sòrdi nun fanno cresce i fiori,
la
bilancia nun pende da na parte
e
'r tempo scenne giù p'apri' le porte.
Er
tempo quello vero è n'antra cosa
e
nun se conta a giorni, ma co' la pesa.
Qui
l'anzia e la prescia nun c'ha valore,
e
la miseria de n'Omo conta quanto l'onore.
Qui
vale solo er ricordo der penziero
e
pure n'impero, qui, finisce ne'r cimiero.
2
mar. 2017
La
frenesia con cui ormai si convive sembra essere diventata elemento
essenziale del nostro quotidiano, le preoccupazioni ed i problemi
insormontabili, che dobbiamo affrontare ogni momento, sembrano
assolutamente inevitabili ed il tempo lo misuriamo in base ai
risultati portati a casa a fine giornata, a fine mese, a fine anno.
Viviamo in una dimensione temporale talmente egocentrica e limitata
che abbiamo perso di vista - o non ci interessa comprendere – il
vero rapporto tra noi, tra il breve tempo della nostra vita ed il Tempo
dell'Uomo e il Tempo della Storia, il Tempo della Natura. Il
Tempo dell' Essere conta sempre meno, anzi ormai piace tanto confonderlo con il
tempo dell Apparire, della Finzione, dell'Auto-Celebrazione.
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