se è fortuna o se è peccato,
se è virtù, se è colpa o fato,
che decide dove e quando.
Chi decide a questo mondo,
E’ giusta questa triste terra,
dove sta la terra del pianto
chi è meschino e chi santo?
Mi chiedo e non comprendo.
E’ giusta questa triste terra,
serva delle leggi e della guerra,
che porta il peso e paga il fio,
di una miseria troppo grande?
Certe volte cerco un Dio
Ma se chiedo, non risponde.
Forse invecchiando sto cominciando a credere alla fortuna, o forse mi rendo conto che non c'è nessun merito a vivere una vita qualsiasi, con i suoi alti e i bassi, pur se con tanti momenti di sconforto e poche soddisfazioni. Forse incomincio a dare il giusto valore alla vita. Una vita normale, insomma . quella a cui tutti dovrebbero poter aspirare - sembra essere ormai un dono prezioso, se appena si voltano gli occhi dall'altra parte.
A volte provo quasi un senso di colpa, perché
io mi trovo - non certo per scelta o per meriti - da questa parte, dalla parte
fortunata. Mentre ci sono tanti "loro" che sono nati o sono
capitati dall'altra parte, in mezzo all'inferno dove ormai niente è più
normale, dove la vita non è normale.
Come se una semplice vita "vivibile"
sia una fortuna che può capitare solo a chi nasce dalla parte
"giusta" del mondo. In quella parte che - in un certo momento - non
serve alla l'avidità e alla ferocia di chi crede di non dover mai pagare il
conto e che la vita altrui si possa spendere senza pagare un prezzo.
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