BLOG : La Memoria

Me pare curioso che se parla tanto

de memoria,  solo quando che conviene,
come si piagne certi morti è un vanto,
quando c’avemo lo stesso sangue ne le vene.

Chi more, quanno che mor’ammazzato,
nun c’ha più sangue e nun c’ha colore
e tutto quello che c’è stato, è stato.

E pure che l’amore se smorza, ma nun more,
er pensiero der ricordo nun è memoria,
fino ar giorno che guardamo più lontano
e vedemo dietro, quell’ombre sperse ne la storia,

che passeno in fila e se tengheno pe’ mano.
Come pe’ spiegacce che, chi è morto veramente,

è chi sprizza bile e de la vita nun je resta niente.


10 Feb. 2018

A volte i bambini arrivano ad un livello di semplificazione disarmante :  "Che è de più la Shoha o le Foibe?" e noi dovremmo imparare a riflettere su certi nostri comportamenti che ormai ci sembrano normali.
Abbiamo preso l'abitudine di celebrare tanti diversi giorni della memoria. Come se potessimo dividere chi è morto in una strage compiuta da un folle esaltato, da chi è morto ammazzato da un fanatico religioso o politico. Viviamo una faziosità anche nella memoria, nel ricordo di certe vittime - casuali quindi - che eleviamo a martiri e che, quindi, pesano  più di altre che passano quasi inosservate, forse perché non abbiamo tanto tempo da perdere.
Nemmeno nella morte siamo capaci di sentirci uguali.
Per questo semplice motivo non mi piace obbedire a chi chiede di ricordare i morti innocenti per una strage, per un attentato, per un atto vigliacco o per un evento catastrofico. Non mi piace perché troppo spesso è un invito indeclinabile, strumentale e finalizzato a interessi terreni di chi lo promuove.  Gli uomini, quando sono morti non sono più bianchi o neri, non sono più cristiani, musulmani, ebrei, eretici o indigeni o esuli e non hanno ricchezze o ideali.
I morti ammazzati  dall’ odio e dagli interessi di chi si è arrogato – per un breve momento – la forza di decidere della loro vita, sono tutti testimoni, allo stesso modo, della stessa bestialità umana.
Il valore del messaggio che poche donne e uomini giusti - spesso sopravvissuti a momenti che vorremmo tutti dimenticare – tentano di farci arrivare è l'insegnamento :  "Ricordiamo, per restare uomini".  
La memoria è la storia di ieri e, come la storia, non serve a niente se continuiamo a ripetere gli stessi errori.

Nessun commento:

Posta un commento